lunedì 16 ottobre 2006

Buttarsi

Anche quest'anno sarò a Miniaturitalia, e sarà la mia terza edizione consecutiva: sono felice di aver partecipato fin dall'inizio. Questa fiera è stata voluta fortissimamente dall'inarrestabile Sabrina De Arcangelo, che per fortuna ha tirato dritto nonostante le catastrofiche previsioni di insuccesso fatte il primo anno da un bel po' di gente ("... il mercato non è maturo... non ci verrà nessuno... in fondo quanti sono i miniaturisti in Italia? poche centinaia...." e via gufando). Io ci sono particolarmente affezionata perché senza Miniaturitalia, e senza Sabrina, forse non mi sarei mai buttata nell'avventura dei minicaretti né avrei mai pensato che vendere a una fiera fosse anche solo lontanamente alla mia portata. Insomma, non mi sarei mai messa a fare sul serio - pensate che quando, nel lontano febbraio 2004, Sabrina ha cominciato a sondare il terreno e a chiederci se saremmo stati interessati a esporre, io ho dato la mia adesione senza nemmeno sapere cosa avrei poi, effettivamente, esposto. I minicaretti esistevano forse solo nel mondo delle idee e lì sarebbero rimasti, ne sono quasi certa, se non mi fossi impegnata con lei a esporre l'anno successivo.

(Complice e incosciente quasi quanto me, la mia *compagna di banco* Annalisa, anche lei presente fin dal 2005. Senza il suo sostegno, è molto probabile che la mia incostanza avrebbe avuto la meglio e mi sarei scoraggiata e persa per strada quasi subito).

Quest'anno è di nuovo ora di buttarsi in qualcosa che non ho quasi mai fatto. Quest'anno a Miniaturitalia terrò un workshop, naturalmente sul cibo. Mi è già capitato di insegnare a un paio di corsi di Minitaly, ma gli studenti erano in maggioranza facce amiche e comunque conosciute: qui invece chissà, gli studenti di questi corsi arrivano da tutta Italia (e gli insegnanti da mezzo mondo), se ci penso troppo mi si annoda lo stomaco. Non credo di rivelare niente di particolarmente originale o nuovo; però sono tutte tecniche che *mi sono insegnata* da sola in questi ultimi mesi, mentre sperimentavo cose nuove da portare alla fiera di Parigi. Sono divertenti, facili da fare e ruotano tutte intorno al Fimo liquido, che ho scoperto durante un utilissimo corso di Silvia Cucchi e che non finisce mai di stupirmi, perché permette di ottenere risultati diversissimi a seconda di come lo si impiega. Le *materie* del corso saranno quattro (la meringata, la torta al limone, la torta pasqualina/la terrina di carni miste, il budino alla frutta), come quattro sono i diversi modi di usare il Fimo liquido che ho individuato questa estate. Insomma, una tecnica=un piatto. In qualche caso bisognerà utilizzare, insieme, uno stampo di silicone: un'altra soluzione che secondo me apre un intero mondo di possibilità. A chi vorrà partecipare fornirò gli stampi già pronti, e un'intera bottiglia di Fimo liquido per poter continuare a *pasticciare* anche a casa.

Mi conforta il pensiero che quest'anno c'è chi si cimenterà in un'impresa ben più grande della mia: Sabrina è in attesa di Luca, in arrivo proprio nella settimana della fiera...

1 commento:

Scribacchini ha detto...

In bocca al lupo! :-)))))
'ciotti
Patt