Ieri sera ho ufficialmente cominciato la preparazione delle scorte per Parigi – e penserete voi: chissà quante pizze, quanti peperoni avrà sfornato! E invece no, perché partire dai pezzi che sicuramente si venderanno meglio sarebbe stato troppo ovvio e lineare. No, io ho cominciato dalle zucche svuotate. Forse vi ricorderete che l'anno scorso, più o meno a quest'epoca, ne avevo fatte un paio per scherzo, visto che fuori pioveva e faceva freddo e sembrava insomma tempo più da zucche che da sandalini. Avevo seriamente rischiato di ammattire, perché per ottenere una zucca cava l'avevo modellata intorno a una palletta di stagnola, con l'idea di rimuoverla dopo la cottura (una volta, in tempi più ingenui, si usavano le sfere di polistirolo, che giustamente in forno si scioglievano lasciando un bel vano vuoto pronto da riempire; il fatto che nello sciogliersi producessero anche qualche fumo non proprio salutare, all'epoca sembrava del tutto irrilevante). Solo che dopo la cottura il Fimo e la stagnola parevano essersi giurati amore eterno e separarli era stato un pochino complicato. Quindi: never again, come direbbero laggiù dove di zucche svuotate se ne intendono.
Però, come dire, mi era rimasta la voglia, anche perché quelle che avevo così faticosamente svuotato le avevo poi riempite troppo (di minestrone), e il risultato insomma non mi aveva soddisfatto. Quindi ieri sera ci ho voluto riprovare. Nel frattempo, però, avevo comprato al Lidl un meraviglioso trapanino stile Dremel – a cui naturalmente non ho detto che sarebbe stato usato per scavare dentro zucche di fimo, altrimenti mi si sarebbe depresso. Messo in carica l'accumulatore (la meraviglia è pure senza filo), ho modellato le mie zucchette, usando per la prima volta una nuova pasta sintetica americana: la Studio Sculpey, qui nel colore Clementine.
Che dire di questa novità? Molto, molto piacevole e malleabile anche appena uscita dal pacchetto, forse fin troppo; ho dovuto riprendere le scanalature tre o quattro volte mentre ci lavoravo, e dopo aver aggiunto il picciolo erano praticamente scomparse. Ma tant'è, sicuramente la zucca è particolarmente problematica di suo, da questo punto di vista. Dove mi è piaciuta davvero tanto, questa nuova pasta, è stato al momento del taglio: è rimasta compatta, liscia e senza crepe, e soprattutto non si è opacizzata come è sempre successo con il Fimo. Tanto che mi è quasi dispiaciuto mettermi a scavarla con il fintodremel, equipaggiato con l'apposita fresetta. L'operazione non è stata proprio rapidissima, ci avrò messo un'ora buona a svuotare 2 zucche grandi e 4 piccoline da porzione, ma parte della colpa sarà della mia totale inesperienza in trapanini. Alla fine però ci avevo proprio preso gusto e avrei continuato a scavare qualsiasi altra cosa - mi è piaciuto il risultato, preciso proprio come me l'ero immaginato, nonostante fosse la prima volta.
Ora, secondo step, probabilmente domattina: il minestrone/stufato da servirci dentro. Ricordando, a differenza di quanto fatto l'anno scorso, che se ho già riempito le 4 zucchette da porzione, la zucca-zuppiera non può più essere piena fino all'orlo... O_o
(nella foto, appollaiata su un libro d'epoca - naturalmente di cucina - l'assistente che finge indifferenza, ma la coda la tradisce...)