martedì 28 novembre 2006

Il blocco del miniaturista

Il mio lavoro vero, nel mondo là fuori, è la scrittura. E, anche se non mi sognerei mai di definirmi *scrittrice*, il cosiddetto blocco dello scrittore colpisce anche me, fin troppo spesso. Stamattina, leggendo un paio di articoli su questo argomento, ho avuto una fulminazione: l'inerzia che mi prende un giorno sì e l'altro pure, e che mi porta a far di tutto pur di non sedermi al tavolo da lavoro, assomiglia tantissimo al blocco dello scrittore; e le scuse che mi racconto quando dovrei scrivere, e non ne ho voglia, sono le stesse che uso per autorizzarmi a rimandare l'ennesima serata di minis.

Insomma, esiste anche un blocco del miniaturista, e io ne soffro al massimo grado!

Le conseguenze sono simili: a parte la perdita di tempo, e la necessità quindi di correre poi per rispettare una scadenza, nelle ore rubate alle minis comincio inconsciamente a dubitare delle mie capacità, e questo mi porta a rimandare ancora, per paura di scoprire che davvero non sono più capace ecc eccc ecccc.
Gli articoli illuminanti fanno parte dei 50 writing tools di Roy Peter Clark, mitico professore al Poynter Institute per giornalisti, oltre che scrittore e giornalista lui stesso. E la buona notizia è che alcuni dei trucchi suggeriti agli scrittori per aggirare il blocco possono funzionare anche per i miniaturisti - sempre che ce ne siano altri *bloccati* come me.

Per esempio:

Fidarsi delle proprie mani. Spegnere la mente per un attimo, e lasciar lavorare le dita (per noi dovrebbe essere molto più semplice che per uno scrittore :o). Le falangi sono collegate al cervello, dopo tutto. (facile, e applicabile subito)

Fare delle minis un appuntamento fisso quotidiano. E rispettarlo, aggiungo io. Clark sostiene che gli scrittori più fluenti preferiscono lavorare di mattina, perché chi aspetta il pomeriggio o la sera ha l'intera giornata per inventarsi scuse e rimandare. Il segreto: fare (testi o miniature), invece di aspettare. (sensato, ma un po' più difficile da praticare)

Ricompensarsi. La routine (e la disciplina, aggiungo io) alla lunga è faticosa, per cui è bene concedersi piccoli premi: una tazza di tè, il proprio disco preferito, controllare la mail, scrivere un post :o)

Una mini al giorno. Clark cita un famoso motto da scrittori: Mai un giorno senza una riga. Non cento righe: una. In termini di minis? Non dieci crostate: una; ma una tutti i giorni. Clark dice che, riga dopo riga, dopo un anno ci si ritrova con un libro quasi pronto. E crostata dopo crostata, quasi senza accorgersene si costruiscono le scorte per la fiera. (ahi, questo l'ha scritto proprio per me)

Preparare lo spazio di lavoro. Quando il caos si accumula, è difficile attenersi alle buone abitudini di cui sopra. Bisogna quindi prendersi il tempo per buttar via l'inutile, rimettere a posto il disordine e preparare l'altare (Clark dice proprio così, e ha ragione) per il lavoro del giorno seguente. (ehm non commento neppure...)

Trovarsi un ammiratore incondizionato. Tutti abbiamo bisogno di qualcuno che ci apprezzi "a prescindere", e si complimenti con noi per la produttività e l'impegno, più che per la qualità finale del lavoro. Una persona così bilancia i danni che ci facciamo da soli, con l'eccessiva pignoleria che sembra contraddistinguere quasi tutti i miniaturisti. (verissimo)

Prendere appunti. Un'idea, una soluzione per un problema che ci blocca, un utilizzo alternativo per un materiale comune, la sfida di una mini che non abbiamo ancora provato a realizzare: sono tutti spunti preziosi, che rischiano di perdersi. Un libriccino, un blocchetto da portarsi sempre dietro aiutano a ritrovarli quando è il momento di metterli in pratica. (questo lo faccio già... fin troppo!)

Abbassare gli standard. Ci si blocca per la paura di non essere all'altezza delle proprie aspettative - ma le aspettative sono, appunto, nostre, noi abbiamo il pieno controllo su di loro o almeno dovremmo averlo... e invece ci facciamo controllare da loro, condizionare, inibire. Detta così, sembra una cosa da matti. E invece è proprio così che funziona. Ma scoprire il meccanismo forse è il primo passo per smontarlo.

Infine, mi piace molto quando Clark parla di un approccio zen al suo lavoro: più scrivo, più scriverei. E questo lo so, l'ho già anche provato di persona: quando il diesel che sono è finalmente avviato, chi si fermerebbe più? La motivazione più forte che io conosca è il piacere che ricavo dal fare una cosa; ma il piacere, in questi casi, dipende dalla pratica, dall'allenamento. Difficile divertirsi a correre i cento metri ostacoli senza nessuna preparazione. Pratica, divertimento e produttività vanno insieme, in un circolo virtuoso che sembra facile da incominciare. Una mini al giorno. Lasciar lavorare le dita.
Ci voglio provare.

mercoledì 22 novembre 2006

¡Ola!

Quando i regali sono così, non importa se arrivano dopo due mesi :o)
Lo scorso finesettimana sono stata a Madrid, inviataci dalla mia famiglia al completo come regalo per i miei millanta anni. Ho chiesto io di posticipare così tanto la partenza, in modo che coincidesse con la famosissima fiera di minis di Tom Bishop ;o)
La fiera in sé non era male, ma sono contenta di non essere andata fin là apposta, solo per quello intendo. Molti tavoli, alcuni nomi americani che non avevo mai visto, neanche quando andavo regolarmente in Inghilterra; molte facce amiche già incontrate a Miniaturitalia ma anche molti tavoli per me inservibili - bambole, accessori e mobili fatti e finiti, lavori femminili in piccolissimo, piante e fiori, vetri ceramiche e stoviglie, eccetera, sia di alto livello, sia paccottiglia cinese. Materiali nessuno o quasi, a parte Angie Scarr e i Bindells, che peraltro ci sono sempre anche a Miniaturitalia e che erano perennemente assediati da tre file di spagnole rabbiose, che non permettevano a nessuno di insinuarsi anche solo per vedere se c'erano novità.
Insomma, una fiera orientata più che altro al collezionista, al miniaturista che compra e mette nella sua casetta o vetrina, non al pazzo scriteriato che vuole far da sé (Miniaturitalia anche in questo senso è mille volte meglio).
Ho visto però un paio di cosette che mi hanno molto ispirato e che vorrei provare a rifare a modo mio. Ho preso appunti, insomma ;o)

Questa è la fiera a cui sto pensando di partecipare l'anno prossimo. Cibo ce n'era poco e, a parte Silvia Cucchi, Minusqua e Angie Scarr, di livello non eccelso, quindi spazio ce ne sarebbe, soprattutto se continuo a *studiare*. Vedremo.

giovedì 16 novembre 2006

L'insalata era nell'orto

Siccome anche in miniatura gli orti scarseggiano, per garantirsi la dose giornaliera di vitamine bisogna andare al supermercato. Queste buste di lattuga (lavata e asciugata, pronta da servire) fanno parte della nuova linea di verdure fresche confezionate, pensate per chi lavora fino a tardi ma non vuole rinunciare a nutrirsi bene ;o)
La l
inea si chiama Le Petit Potager e vedremo cos'altro ci si potrà aggiungere. In ordine sparso, ho pensato a pomodori pomodorini e peperoni, zucchine, zucca a fette, rape, porri, funghi anche affettati, cimette di cavolfiori e broccoli...
Ringrazio Annalisa che mi ha insegnato a fare i minisacchetti!

(il lato più lungo del sacchetto è circa 2 cm)

mercoledì 8 novembre 2006

E poi dicono che la matematica non serve

Ieri ho fatto tre set di stampi, due di bottiglie e uno di barattoli. Sono stata capace di aspettare senza troppa ansia che il silicone vulcanizzasse per benino (14 ore minimo), anzi stamattina prima di correre in ufficio mi son persino dimenticata di controllare come procedesse. Stasera però dovrebbe essere tutto pronto e quindi, come dire, non ho più scuse.

Non vi sto a dire l'incresciosa figura che ho fatto con me stessa quando, cercando di fare la splendida, ho voluto calcolare la quantità di silicone che mi sarebbe servita per ogni stampo a partire dal volume della scatolina che lo conteneva (non che me la volessi tirare da genio della matematica, è che serve per stabilire quanto catalizzatore aggiungere in ragione del 10%).
La vergogna è cominciata quando ho affrontato le equivalenze. Centimetri più o meno cubi, grammi, milligrammi e millilitri - mi sembrava di avere un solo neurone in testa e per disperazione quasi quasi telefonavo alla zia ex insegnante di matematica. Alla fine ho recuperato una scatolina vuota, uguale a quelle che intendevo usare per gli stampi, l'ho riempita d'acqua e svuotata in un bicchiere di plastica, che ho pesato togliendo la tara. Ho poi segnato il livello in modo da avere un misurino personalizzato. Tzè, l'ignoranza (e il pudore) aguzza sempre l'ingegno. Altri sudori freddi a stabilire quale fosse, in millilitri (unità di misura della mia siringa dosatrice), il 10% degli 80 g pesati. Dopo averci pensato per un tempo davvero scandaloso, mi sono risolta a misurare e pesare gli 8 millilitri che nasometricamente mi sembravano papabili. 8 grammi: c'ho preso, ma neurone è rimasto fuori uso per il resto della serata. Bzzz.

(nonostante tutto 'sto consumo neuronale, però, temo di aver lo stesso sbagliato la quantità, almeno in uno degli stampi: in trasparenza mi è parso che il fondo sia troppo sottile. Ma di questo mi preoccuperò più tardi, quando tirerò fuori gli originali - sempre che tutto sia andato come previsto).

Mentre quegli stampi là riposavano, ne ho fatti altri con il silicone da 5 minuti e le formine rement comprate più di un mese fa. Ho anche fatto uno stampo per la cassata siciliana, che ha quei bordi un po' svasati altrimenti impossibili da replicare. Avevo cercato per mesi un originale che potesse funzionare, poi ho scoperto che l'avevo avuto sotto il naso tutto il tempo - un minivasetto di coccio, da piantina grassa, provvisoriamente appoggiato sulla libreria dell'ingresso e lì diventato un po' per volta invisibile.

A proposito di cassata siciliana, ho in programma un'estensione *meridionale* dei minicaretti che chiamerò Pasticceria Montalbano. Niente di troppo filologico, sia chiaro: un'allegra mescolanza di tradizioni e regioni, per cui i cannoli si divideranno il vassoietto con sfogliatelle ricce e cassatine di ricotta, sotto lo sguardo materno di cassate e pastiere. Sto pensando anche a 'mpanatigghie e mostaccioli e soprattutto ai cuddureddi, che fra tutti sono i miei preferiti da mangiare e che per me sono un dolce natalizio, visto che a Natale arrivavano da Palermo quelli freschi di forno della zia Fifì. Yum.
(E pazienza se al Commissario i dolci piacciono solo tanticchia.)

martedì 7 novembre 2006

Pausa caffè

























Pare che non ci sia modo di allinearle, né in alto né in basso... pazienza :o)

lunedì 6 novembre 2006

Minigourmet

E' nata Minigourmet. Il primo numero, dai colori autunnali, è già stato condiviso con gli iscritti di Libripiccini e i soci dell'Associazione Minitaly. Qui c'è la copertina.

E' in preparazione il numero di Natale - che, anche se non dovrei dirlo io, sta venendo bellissimo :o)

Qui a destra un'anticipazione.


(Le fotografie utilizzate sono di cibi 1:1, che *ahem* prendo in rete dove capita, e poi taglio, modifico, stravolgo. La logica vorrebbe che usassi solo foto di cibi in miniatura, e nella fattispecie foto dei miei minicaretti, ma non riuscirei mai a farle belle come quelle che trovo in rete :o) Invece, nelle pagine pubblicitarie dei nuovi minicaretti userò di sicuro i minicaretti veri e propri - cioè, appena mi schioderò dal computer e comincerò a farne qualcuno).