Lo so, sono passati quasi due mesi dalla fiera, e come da copione sono evaporata. Per parecchie settimane non ho avuto nemmeno voglia di avvicinarmi al tavolo da lavoro e mettere un po' d'ordine nel disastro che avevo lasciato. Poi quello mi sono risolta a farlo, per decenza, ma lì mi sono fermata.
Miniaturitalia è stata un successo, ve lo dico con gioia e senza falsa modestia. Ho venduto bene, molto meglio che negli anni passati, meglio anche rispetto a Parigi l'anno scorso. Ne sono felice in modo speciale perché la maggior parte dei minicaretti che ho portato, e che sono piaciuti così tanto, erano stati realizzati nelle tre settimane sabbatiche immediatamente prima della fiera, e cioè nel periodo in cui mi ero dedicata soltanto a loro, in cui avevo avuto (avevo potuto avere) testa solo per loro. Come dire, lavorare con tranquillità, concentrazione, tempo da riservare alle minis senza sensi di colpa, be' tutto questo evidentemente *paga*, nel senso che porta a risultati concreti, positivi.
Mi sono potuta permettere di spendere tre settimane nella preparazione della fiera perché a metà gennaio mi sono licenziata. Ho lasciato il mio posto da dipendente a tempo indeterminato avvelenata da una serie di scorrettezze dei miei ex-datori di lavoro, culminate nel mancato pagamento di un indecente numero di stipendi. L'ho lasciato, con l'incoscienza dell'esasperazione, senza avere un'alternativa concreta, solo un paio di promesse di incarichi freelance, molto promettenti ma poco altro. Per disintossicarmi dalle schifezze lavorative (vi dico solo che dopo il colloquio di dimissioni mi è venuto una specie di herpes sul viso, che ha vagabondato da una guancia all'altra per quasi un mese), ho deciso con altrettanta incoscienza che le tre settimane che mi separavano dalla fiera le avrei passate a minicarettare. I risultati mi hanno dato ragione :o).
Lunedì 12 febbraio, all'indomani dell'ultimo giorno di MIT, la vacanza sabbatica è finita e ho cominciato a lavorare sul serio; per fortuna le promesse nel frattempo erano state mantenute. Ma i minicaretti sono stati in questo modo sdoganati, di fronte a me stessa e non solo, e promossi al rango di attività produttrice di reddito (spero che la finanza non mi legga mai...). Insomma, ora nessuno può più pensare a queste cose come a una perdita di tempo, nemmeno la mia ipercritica mamma (o la mia ancor più ipercritica coscienza :o).
Stasera posto qualche foto scattata il giorno prima della fiera, alle ultimissime cose fatte prima di partire e non ancora pubblicate. Questi minicaretti non ci sono più, o meglio, sono in qualche altra casa (e lancio qui un appello a chi ha comprato qualcosa da me: mi mandate le foto dei minicaretti ambientati? Mi emoziona sempre tanto vederle e se mi autorizzate mi piacerebbe postarle qua).
Ah, capita poi che siano anche abbastanza di stagione... potrebbero andare bene per il picnic di pasquetta, no?