Un mondo imperfetto
Molti anni fa - una vita fa, anzi due vite fa, scrivevo:
“Ho sempre pensato che la passione per le cose in miniatura nasconda in qualche modo un desiderio di controllo e di ordine, una specie di delirio di onnipotenza in scala ... un mondo in cui si è padroni assoluti, in cui tutto dipende da noi e in cui non dobbiamo chiedere il permesso a nessuno per aggiungere, togliere, modificare, creare.”
Un mondo perfetto, aggiungerei oggi.
Tredici giorni fa è morto improvvisamente il mio compagno. La perfezione che era finalmente arrivata nella mia vita, nonostante le mille piccole imperfezioni quotidiane, si è dissolta in un secondo.
Delle tante cose che facevo con gioia, non ho più voglia di far niente – ho smesso di cucinare, cestino senza neanche aprirle le mail di aggiornamento dai mille siti di ricette che seguivo, ho smesso anche di ascoltare musica.
“Ho sempre pensato che la passione per le cose in miniatura nasconda in qualche modo un desiderio di controllo e di ordine, una specie di delirio di onnipotenza in scala ... un mondo in cui si è padroni assoluti, in cui tutto dipende da noi e in cui non dobbiamo chiedere il permesso a nessuno per aggiungere, togliere, modificare, creare.”
Un mondo perfetto, aggiungerei oggi.
Tredici giorni fa è morto improvvisamente il mio compagno. La perfezione che era finalmente arrivata nella mia vita, nonostante le mille piccole imperfezioni quotidiane, si è dissolta in un secondo.
Delle tante cose che facevo con gioia, non ho più voglia di far niente – ho smesso di cucinare, cestino senza neanche aprirle le mail di aggiornamento dai mille siti di ricette che seguivo, ho smesso anche di ascoltare musica.
L’unica porta che non chiudo è proprio questa delle minis. Per le ragioni che dicevo prima, mi illudo di trovare del conforto in questa piccola perfezione, in questo microcosmo dove tutto quel che succede accade per una ragione precisa, che io conosco e che non faccio fatica a spiegarmi.