lunedì 10 giugno 2013

Giri di vita

Il 2012 è stato un anno speciale. Un anno in cui la vita ha voluto pigiare avvenimenti ed emozioni che avrebbero potuto riempirne almeno cinque, di anni. La morte di Mauro prima e di mia madre poi hanno dato un colpo molto forte al mio ottimismo, alla mia fiducia nel generale equilibrio delle cose, la “bilancia del bene e del senso” come l’ho sempre chiamata. È difficile trovare un senso a due eventi come quelli, e il tempismo orribile con cui si sono succeduti, uno dopo l’altro, mi ha tolto completamente il terreno sotto i piedi. Mi ricordo che mi raccomandavo, da sola, “Fai un passo dopo l’altro, ma non guardare giù”.

Ho avuto pensieri brutti. Un paio di volte ho veramente creduto di non farcela. Un’amica continuava a dirmi che la vita è più forte, nonostante tutto. Lei me lo diceva e io non riuscivo a capire, come se mi parlasse in una lingua sconosciuta. Mentre non capivo, e mi concentravo sul passo millimetrico da mettere in fila dopo quello prima, intorno a me si stendeva una rete di sicurezza silenziosa. Sapete come si dice, che gli amici si vedono nel momento del bisogno? Ecco. Io ho avuto la fortuna di avere degli amici e soprattutto delle amiche meravigliose, che mi hanno salvato la vita e traghettato fuori dai mesi più bui.

Io di mio son sicura di averci messo una cosa sola: la convinzione indistruttibile che qualcosa di buono, di positivo, alla fine avrebbe dovuto venir fuori anche da questo disastro. Una convinzione che non mi ha mai lasciato e che nei primi tempi mi sembrava così fuori luogo da mettermi a disagio – una convinzione che continuavo a sentire quasi controvoglia, mio malgrado.

Così, con il supporto inestimabile degli amici e il mio ottimismo assurdo, ce l'ho fatta. Ho ricominciato a vivere - che suona tremendamente melodrammatico, lo so, ma è quel che è successo. Non ci volevo credere, ma si può, lasciando tutto quel che è successo al suo posto, senza rimuovere o cancellare o dimenticare niente. È ovvio, niente sarà più lo stesso, io sono cambiata e certi vuoti faranno sempre parte di me – ma posso ripartire da qui e anzi, in un certo senso, devo: non “nonostante questo” ma, forse, “grazie a questo” (e perdonate la confusione).
Alla fine, nell'ultimo giro di vita che il 2012 mi ha riservato, un vecchio amico si è trasformato in un amore nuovo e inaspettato, che ha avuto il coraggio (la follia) di chiedermi di sposarlo dopo poche settimane – perché il tempo, ormai l'abbiamo imparato, può finire anche domani. E l’anno più incredibile della mia vita si è chiuso incredibilmente con una promessa di matrimonio e di felicità.

Siamo sposati da poco più di due mesi. E io sono qui, apparentemente come sempre, a preparare cose per la fiera di Parigi combattendo come al solito contro il tempo e la mia tendenza a procrastinare.
La vita gira.
Fidatevi :)