martedì 31 ottobre 2006

Visto si stampi

(((Sono irrequieta, mi sembra di non riuscire a star ferma eppure non faccio nulla.)))

Ho trascorso qualche serata a curare la, come potrei chiamarla, edizione in miniatura di una rivista di cucina. Le rivisitine *finte* fatte per il ritratto di Cecilia mi avevano messo su il gusto per una cosa al contrario sfogliabile, con pagine stampate regolarmente in fronte e retro e messe in una sequenza realistica (con articoli su doppie pagine affiancate, ecc.). Ci ho pensato un po' e poi, visto che non riuscivo a venirne a capo - è un pensiero che richiede dosi di logica che proprio superano la mia dotazione - ho pensato di rivolgermi a un'esperta. Così mi sono iscritta alla lista dei Libripiccini, dove Monica generosamente condivide esperienza e documenti, e in poco tempo, come si dice, ho visto la luce :o)

Una volta sistemati i miei bei francobollini-paginetta uno a fianco all'altro nella sequenza giusta - i pari su un foglio, e i dispari su un altro - ho avuto una conversazione molto franca con la stampante, per capire quali fossero i suoi sentimenti riguardo il fronte-retro e cosa volesse per rinunciare ai fuori-registro. E' emerso che la modalità di stampa *bozza* la faceva sentire frustrata, per cui prendeva il foglio come capitava e faceva quasi apposta a s-centrarlo di qualche millimetro. Ci siamo quindi accordate per la stampa di ottima qualità, che la gratifica di più, e in cui riesce a concentrarsi meglio e ridurre il fuori-registro al minimo. Sembra niente, ma siamo andate avanti a trattare per una serata intera :o)

Questa prima prova, di cui ho condiviso il file con gli altri pazzi scriteriati di Libripiccini, non mi soddisfa ancora completamente perché ho usato la copertina di una rivista che esiste davvero, anche se poi l'interno non c'entra niente. Il prossimo obiettivo è inventare una testata solo mini, con il suo titolo e la sua copertina - l'equivalente dei minicaretti fra le riviste di cucina :o) A proposito, non ho resistito e in mezzo agli articoli ho distribuito anche qualche pubblicità per i minicaretti che ci sono e che verranno: la linea di verdure fresche, i formaggi, le pizze, lo scatolame... inutile dirvi che è stata la cosa più divertente in assoluto.

(le foto arrivano, come al solito pazientate un po')

lunedì 16 ottobre 2006

Banzai!

Visto che la febbre per le minis Rement sale, e io mi sento direttamente responsabile, vi passo questa preziosa *aspirina* che mi è stata regalata da Minilisa: esiste un sito italiano che vende le minis Rement e soprattutto le spedisce dall'Italia. Quindi nessuna preoccupazione per la dogana e spese postali *nazionali*.
Sono subito andata a curiosare temendo di trovarci tutti i miei ultimi acquisti - mi sarei arrabbiata assai a scoprire che avrei potuto ordinare tutto tranquillamente dall'Italia e pagare molto meno di spedizione. Be', per fortuna quelle cose non c'erano, ma ce ne sono molte altre, andate a vedere.
L'unico difettuccio di questo sito è che non ha molte minis (è più che altro un sito di bambole giapponesi) e non sono tanto aggiornate - le ultime novità continuerete a trovarle solo su ebay, nei negozi di Hong Kong; e non ho idea con che frequenza e criterio vengano messe in vendita cose più recenti. Ma Elena, la ragazza che gestisce il sito e che, da come scrive, dev'essere molto simpatica, ve lo potrà spiegare certo meglio di me: nel caso, mandatele una mail.

Buttarsi

Anche quest'anno sarò a Miniaturitalia, e sarà la mia terza edizione consecutiva: sono felice di aver partecipato fin dall'inizio. Questa fiera è stata voluta fortissimamente dall'inarrestabile Sabrina De Arcangelo, che per fortuna ha tirato dritto nonostante le catastrofiche previsioni di insuccesso fatte il primo anno da un bel po' di gente ("... il mercato non è maturo... non ci verrà nessuno... in fondo quanti sono i miniaturisti in Italia? poche centinaia...." e via gufando). Io ci sono particolarmente affezionata perché senza Miniaturitalia, e senza Sabrina, forse non mi sarei mai buttata nell'avventura dei minicaretti né avrei mai pensato che vendere a una fiera fosse anche solo lontanamente alla mia portata. Insomma, non mi sarei mai messa a fare sul serio - pensate che quando, nel lontano febbraio 2004, Sabrina ha cominciato a sondare il terreno e a chiederci se saremmo stati interessati a esporre, io ho dato la mia adesione senza nemmeno sapere cosa avrei poi, effettivamente, esposto. I minicaretti esistevano forse solo nel mondo delle idee e lì sarebbero rimasti, ne sono quasi certa, se non mi fossi impegnata con lei a esporre l'anno successivo.

(Complice e incosciente quasi quanto me, la mia *compagna di banco* Annalisa, anche lei presente fin dal 2005. Senza il suo sostegno, è molto probabile che la mia incostanza avrebbe avuto la meglio e mi sarei scoraggiata e persa per strada quasi subito).

Quest'anno è di nuovo ora di buttarsi in qualcosa che non ho quasi mai fatto. Quest'anno a Miniaturitalia terrò un workshop, naturalmente sul cibo. Mi è già capitato di insegnare a un paio di corsi di Minitaly, ma gli studenti erano in maggioranza facce amiche e comunque conosciute: qui invece chissà, gli studenti di questi corsi arrivano da tutta Italia (e gli insegnanti da mezzo mondo), se ci penso troppo mi si annoda lo stomaco. Non credo di rivelare niente di particolarmente originale o nuovo; però sono tutte tecniche che *mi sono insegnata* da sola in questi ultimi mesi, mentre sperimentavo cose nuove da portare alla fiera di Parigi. Sono divertenti, facili da fare e ruotano tutte intorno al Fimo liquido, che ho scoperto durante un utilissimo corso di Silvia Cucchi e che non finisce mai di stupirmi, perché permette di ottenere risultati diversissimi a seconda di come lo si impiega. Le *materie* del corso saranno quattro (la meringata, la torta al limone, la torta pasqualina/la terrina di carni miste, il budino alla frutta), come quattro sono i diversi modi di usare il Fimo liquido che ho individuato questa estate. Insomma, una tecnica=un piatto. In qualche caso bisognerà utilizzare, insieme, uno stampo di silicone: un'altra soluzione che secondo me apre un intero mondo di possibilità. A chi vorrà partecipare fornirò gli stampi già pronti, e un'intera bottiglia di Fimo liquido per poter continuare a *pasticciare* anche a casa.

Mi conforta il pensiero che quest'anno c'è chi si cimenterà in un'impresa ben più grande della mia: Sabrina è in attesa di Luca, in arrivo proprio nella settimana della fiera...

giovedì 12 ottobre 2006

La finta perfezione

Il gusto del realismo nelle minis, ma quello vero, quello sporco, è per me un gusto acquisito. Qualcosa che, come il jazz, va coltivato e viene naturale solo dopo un po' di consuetudine. Perché la prima cosa che i miei occhi cercano, e vogliono, è la perfezione, la pulizia, l'assenza di difetti e irregolarità - forse per riposarsi dalle brutture del mondo reale. Ma questo tipo di perfezione è finto, è la perfezione della frutta che non sa di nulla, delle case fotografate sulle riviste d'arredamento in cui vivere, all'atto pratico, risulterebbe impossibile. La vita, quando arriva, sporca usura sciupa consuma. Modifica. Quindi delle minis veramente realistiche dovrebbero mostrarsi sporche, usurate, sciupate, consumate (senza esagerare, ovviamente). Di fronte a una patina di vissuto applicata con cura, il contrasto con una perfezione eccessiva appare subito evidente. E' come mettere la vita a confronto con i libri di favole.

Detto questo, sono io la prima ad ammettere che la pulizia e la regolarità sono ennemila volte più semplici da ottenere che l'effetto vissuto. Nel cibo, per esempio, tutto ciò che ha una forma irregolare è difficilissimo da riprodurre con realismo: e quasi tutto ciò che è cotto o cucinato assume una forma irregolare. Pensate a una falda di peperone arrosto. A una fetta di pomodoro con gli orli un po' bruciacchiati. Un fungo ripieno. I cubetti di carne dello spezzatino. Gli spicchi di mela sulla superficie della torta. Il bordo dell'uovo al tegamino. Le zucchine trifolate, le melanzane grigliate, le patate al forno - potrei andare avanti per pagine intere; per non parlare poi dei colori, di come cambiano, si smorzano, appassiscono. Li guardo avidamente, questi meravigliosi esempi di vissuto, cercando di scoprire che cosa li caratterizza di più, per tentare poi di riprodurlo in piccolo, ma è una faticaccia. Li guardo ma non trattengo, le irregolarità non mi restano negli occhi, tanto che riprodurle a memoria è impossibile: ma anche avendo davanti una foto, o la cosa stessa, è come se la vista ricostituisse inconsciamente quella compattezza, quella regolarità che la cottura ha portato via. E copiare, che sembra la cosa più ovvia del mondo, diventa così difficile da sfiorare la frustrazione.

domenica 8 ottobre 2006

Tesori di ebay #2

Stanno arrivando :o)
Su tre spedizioni da Hong Kong, ne ho già ricevute due; per la terza c'è ancora tempo, perché l'asta è scaduta solo venerdì scorso. Quindi, insomma, posso rompere la consegna del silenzio e cominciare a mostrarvi i miei nuovi tesori di ebay.


(vi lascio un po' di spazio per sbavare ;o)







I primi sono arrivati da una gentile signorina che si fa chiamare Cherry Yiu e che ha un *negozio* su ebay come Glamour City (leggete però l'aggiornamento qualche riga più in basso). Da lei ho preso delle formine da budino individuali che, come speravo, sono perfette come stampi per 4-6 porzioni; un gruppo di ammorbidenti per lavatrice, che mi pare possano replicare bene le bottiglione di detersivo liquido formato famiglia; un paio di barattoli di proporzioni quadrotte (un po' troppo grandi e dalle rifiniture poco precise) e sei barattoli di marmellata, belli, che possono essere dei vasi da conserve da mezzo litro.


Il vantaggio più interessante di questo venditore sono le spese di spedizione veramente bassissime: USD 2 per il primo articolo, e solo USD 1 per ogni oggetto in più. Inoltre, di sua iniziativa Cherry ha indicato *gift* sulla dichiarazione per la dogana, e questo mi ha fatto risparmiare i 5 e passa euro che mi è capitato di pagare, in passato, come *diritti di sdoganamento* sui pacchetti in arrivo dall'Oriente.
I miei acquisti sono arrivati in perfette condizioni, abbastanza bene imballati, e con l'aggiunta a sorpresa di tre o quattro regalini. Però, a giudicare dalla qualità e dal dettaglio di alcuni pezzi (come per esempio i barattoli arancioni), secondo me alcune cose sono imitazioni cinesi degli articoli originali giapponesi (so per certo che ce ne sono parecchie in giro, pensate un po'...).
Detto questo, la spedizione è talmente conveniente che vale la pena rischiare, a patto di spuntare un buon prezzo durante l'asta.

Aggiornamento - Importante: ho appena letto dei feedback tremendi per questa venditrice, in cui un acquirente racconta una specie di incubo. I feedback dovrebbero essere attendibili, quindi mi sono sentita abbastanza *miracolata* visto che la mia transazione è al contrario filata liscia... ma ora come ora non me la sento più di consigliarvela. Ne approfitto per raccomandarvi di leggere sempre i feedback ricevuti dal venditore, a volte si scoprono cose che è meglio sapere prima di ordinare.


Il secondo *pacco dono* è arrivato dalla famiglia Wan, che gestisce il *negozio* ebay Daipatmeow (che, detto per i patiti di lomo, vende anche un sacco di macchine fotografiche Holga).
Da qui viene la serie di barattoli dalle belle forme (anche se un paio sono inutilizzabili perché davvero troppo grandi), alcune ciotoline che facevano parte di un set con un pesce arrosto e quella meraviglia del freezer da gelati, che paradossalmente è persino troppo piccolo (ma fa lo stesso :o).



Il set di ciotoline è stato una parziale delusione perché l'avevo preso solo per il robino giallo: nella foto scattata dall'alto sembrava un piattino con i bordi scannellati, da cui era mia intenzione ricavare un magnifico stampo per torte. Invece è una coppetta, anche troppo piccola, che al momento non so bene per cosa usare. In compenso, altre ciotole presenti nel set potranno tornare utili per ricavare stampi fantasiosi per budini e sformati.

Le spese di spedizione sono piuttosto alte in assoluto, e uno sproposito rispetto a Glamour City: USD 8.5 per il primo articolo e USD 5 per ciascuno degli altri. L'imballo, lo vedete da voi, era piuttosto curato e il servizio molto buono, con risposte via email rapide e gentili alle mie varie domande e richieste. Anche loro hanno avuto il buon senso di dichiarare *gift* e quindi anche in questo caso ho risparmiato più di 5 euro (almeno).
Per quanto riguarda gli oggetti, sono arrivati ancora nel cellofan originale e il dettaglio è senza dubbio Rement 100%; siccome i prezzi di vendita e le basi d'asta sono piuttosto convenienti, mi viene da pensare che la spedizione copra anche parte del costo dell'oggetto, lasciato basso per attirare i compratori. Se ci pensate, il freezer l'ho portato via al costo della base d'asta, cioè USD 1.99... anche aggiungendoci qualche dollaro, ufficialmente destinato alla spedizione, resta sempre un prezzo molto interessante, no?


Ora aspettiamo il terzo pacchetto... e no, non vi dico nulla, che stavolta la scaramanzia ha funzionato ;o) (se volete altre delucidazioni su ebay scrivetemelo nei commenti: se vi so rispondere magari ci faccio un altro post)
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Bellissimo regalo

L'ho ricevuto già da qualche giorno, ma solo oggi mi sono ritagliata un momento per fare le fotografie. Helen mi ha mandato l'intero set delle bellissime lattine che fa, a mano, a partire da lamierino, carta, fimo e resina. No, dico, ma li avete visti i fagioli? Uno per uno li modella, questa pazza furiosa. E le sardine? Per non parlare di tonno e ananas, i miei preferiti.
Insomma, Helen, grazie!
(e aggiorna il blog, chessò, prima di Natale! ;o)