Giri di vita
Il 2012 è stato un anno speciale. Un anno in cui la vita ha voluto pigiare avvenimenti ed emozioni che avrebbero potuto riempirne almeno
cinque, di anni. La morte di Mauro prima e di mia madre poi hanno dato un colpo
molto forte al mio ottimismo, alla mia fiducia nel generale equilibrio delle cose,
la “bilancia del bene e del senso” come l’ho sempre chiamata. È difficile
trovare un senso a due eventi come quelli, e il tempismo orribile con cui si
sono succeduti, uno dopo l’altro, mi ha tolto completamente il terreno sotto i
piedi. Mi ricordo che mi raccomandavo, da sola, “Fai un passo dopo l’altro, ma
non guardare giù”.
Ho avuto pensieri brutti. Un paio di volte ho veramente
creduto di non farcela. Un’amica continuava a dirmi che la vita è più forte,
nonostante tutto. Lei me lo diceva e io non riuscivo a capire, come se mi parlasse
in una lingua sconosciuta. Mentre non capivo, e mi concentravo sul passo
millimetrico da mettere in fila dopo quello prima, intorno a me si stendeva una rete di
sicurezza silenziosa. Sapete come si dice, che gli amici si vedono nel momento
del bisogno? Ecco. Io ho avuto la fortuna di avere degli amici e soprattutto
delle amiche meravigliose, che mi
hanno salvato la vita e traghettato fuori dai mesi più bui.
Io di mio son sicura di averci messo una cosa sola: la convinzione
indistruttibile che qualcosa di buono, di positivo, alla fine avrebbe dovuto
venir fuori anche da questo disastro. Una convinzione che non mi ha mai
lasciato e che nei primi tempi mi sembrava così fuori luogo da mettermi a
disagio – una convinzione che continuavo a sentire quasi controvoglia, mio
malgrado.
Così, con il supporto inestimabile degli amici e il mio
ottimismo assurdo, ce l'ho fatta. Ho ricominciato a vivere - che suona tremendamente melodrammatico, lo so, ma è quel che è successo. Non ci volevo credere, ma si può, lasciando tutto quel che è successo al suo posto, senza rimuovere o cancellare o dimenticare niente. È ovvio, niente sarà più lo stesso, io sono
cambiata e certi vuoti faranno sempre parte di me – ma posso ripartire da qui e anzi,
in un certo senso, devo: non “nonostante questo” ma, forse, “grazie a questo”
(e perdonate la confusione).
Alla fine, nell'ultimo giro di vita che il 2012 mi ha riservato, un vecchio amico si è trasformato in un amore
nuovo e inaspettato, che ha avuto il coraggio (la follia) di chiedermi di
sposarlo dopo poche settimane – perché il tempo, ormai l'abbiamo imparato, può finire
anche domani. E l’anno più incredibile della mia vita si è chiuso incredibilmente
con una promessa di matrimonio e di felicità.
Siamo sposati da poco più di due mesi. E io sono qui, apparentemente
come sempre, a preparare cose per la fiera di Parigi combattendo come al solito
contro il tempo e la mia tendenza a procrastinare.
La vita gira.
Fidatevi :)