E poi dicono che la matematica non serve
Ieri ho fatto tre set di stampi, due di bottiglie e uno di barattoli. Sono stata capace di aspettare senza troppa ansia che il silicone vulcanizzasse per benino (14 ore minimo), anzi stamattina prima di correre in ufficio mi son persino dimenticata di controllare come procedesse. Stasera però dovrebbe essere tutto pronto e quindi, come dire, non ho più scuse.
Non vi sto a dire l'incresciosa figura che ho fatto con me stessa quando, cercando di fare la splendida, ho voluto calcolare la quantità di silicone che mi sarebbe servita per ogni stampo a partire dal volume della scatolina che lo conteneva (non che me la volessi tirare da genio della matematica, è che serve per stabilire quanto catalizzatore aggiungere in ragione del 10%).
La vergogna è cominciata quando ho affrontato le equivalenze. Centimetri più o meno cubi, grammi, milligrammi e millilitri - mi sembrava di avere un solo neurone in testa e per disperazione quasi quasi telefonavo alla zia ex insegnante di matematica. Alla fine ho recuperato una scatolina vuota, uguale a quelle che intendevo usare per gli stampi, l'ho riempita d'acqua e svuotata in un bicchiere di plastica, che ho pesato togliendo la tara. Ho poi segnato il livello in modo da avere un misurino personalizzato. Tzè, l'ignoranza (e il pudore) aguzza sempre l'ingegno. Altri sudori freddi a stabilire quale fosse, in millilitri (unità di misura della mia siringa dosatrice), il 10% degli 80 g pesati. Dopo averci pensato per un tempo davvero scandaloso, mi sono risolta a misurare e pesare gli 8 millilitri che nasometricamente mi sembravano papabili. 8 grammi: c'ho preso, ma neurone è rimasto fuori uso per il resto della serata. Bzzz.
(nonostante tutto 'sto consumo neuronale, però, temo di aver lo stesso sbagliato la quantità, almeno in uno degli stampi: in trasparenza mi è parso che il fondo sia troppo sottile. Ma di questo mi preoccuperò più tardi, quando tirerò fuori gli originali - sempre che tutto sia andato come previsto).
Mentre quegli stampi là riposavano, ne ho fatti altri con il silicone da 5 minuti e le formine rement comprate più di un mese fa. Ho anche fatto uno stampo per la cassata siciliana, che ha quei bordi un po' svasati altrimenti impossibili da replicare. Avevo cercato per mesi un originale che potesse funzionare, poi ho scoperto che l'avevo avuto sotto il naso tutto il tempo - un minivasetto di coccio, da piantina grassa, provvisoriamente appoggiato sulla libreria dell'ingresso e lì diventato un po' per volta invisibile.
A proposito di cassata siciliana, ho in programma un'estensione *meridionale* dei minicaretti che chiamerò Pasticceria Montalbano. Niente di troppo filologico, sia chiaro: un'allegra mescolanza di tradizioni e regioni, per cui i cannoli si divideranno il vassoietto con sfogliatelle ricce e cassatine di ricotta, sotto lo sguardo materno di cassate e pastiere. Sto pensando anche a 'mpanatigghie e mostaccioli e soprattutto ai cuddureddi, che fra tutti sono i miei preferiti da mangiare e che per me sono un dolce natalizio, visto che a Natale arrivavano da Palermo quelli freschi di forno della zia Fifì. Yum.
(E pazienza se al Commissario i dolci piacciono solo tanticchia.)
3 commenti:
Sei bravissima e sempre simpatica: è sempre gradevolissimo leggerti e "gustare" i tuoi Minicaretti.
Un carinissimo abbraccio
Miriam-Peppina
Ciao Peppi'! Torna presto :o)
Ma sei un mito! Il mio neurone si rifiuta ca-te-go-ri-ca-men-te di fare certe cose!!!!!
:-)))
'ciottoni
Patt
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