Liquidiamolo!
Il fimo liquido, l'avevo comprato l'anno scorso a Miniaturitalia perché costava meno del solito, ma poi non avevo osato neanche aprire il blister. Quest'anno, prima della fiera, mi ero decisa a provare e avevo fatto il ripieno per delle crostate di zucca. Colorato con un colore ad olio, come da istruzioni, il purè di zucca era rimasto opaco (come avrebbe dovuto; ma poi ho scoperto che il colore ad olio dovrebbe restare trasparente) e un po' troppo fosforescente. E vabbe'. A prescindere che le crostate di zucca stanno, credo, in cima ai desideri dello 0,2% dei miei potenziali clienti, non c'era poi così bisogno del fimo liquido per farle; il fimo normale, steso con cura e spennellato dopo cottura con un po' di modpodge satinato, avrebbe funzionato lo stesso.
Angie Scarr ci ha fatto un dvd, sui vari usi meravigliosi del fimo liquido. Ho sempre pensato di comprarlo, ma ancora non l'ho fatto – a Miniaturitalia quest'anno sembrava il momento giusto, ma Angie all'ultimo minuto non è venuta, e io sono ancora qui senza il dvd.
Però.
La settimana scorsa ho frequentato un inesprimibile workshop di Minitaly tenuto da Silvia Cucchi, brava anzi bravissima miniaturista italiana specializzata in cibo iper-realistico, e mi si sono aperti nuovi eccitanti orizzonti per l'uso del fimo liquido. Il segreto, fondamentalmente, è considerarlo solo un ingrediente, piuttosto che un materiale autosufficiente. Da solo, insomma, serve a poco. Il blister con le istruzioni dice che può essere usato come *colla* per unire fimo cotto a fimo crudo, o ad altro fimo cotto. Ma io vi suggerisco di andare oltre. Di più non vi posso dire, altrimenti perché mai Silvia e Minitaly organizzerebbero dei corsi? Però vi posso far vedere gli incredibili risultati che abbiamo ottenuto durante la lezione.
Cioè, domani. Le elezioni sono una cosa troppo grande per il piccolo mondo dei minicaretti, e ora c'hanno la precedenza loro.
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