venerdì 15 settembre 2006

Lost in translation

Il Giappone, nazione che trovo incomprensibile e distante sotto quasi tutti i punti di vista, sarebbe invece il mio paese ideale per quanto riguarda le minis.
I giapponesi vanno pazzi per le minis. Non si spiegherebbe altrimenti la loro spaventosa abilità (come per esempio questo sito, che vi farà restare senza fiato) e, soprattutto, la passione collettiva che hanno per gli oggettini della Rement, di cui sono avidi collezionisti. Se fate un giro su ebay ne troverete in vendita tantissimi a pochi dollari. Sono miniature di plastica in scala 1:6 (scala barbie, per intenderci: il doppio di quella che usiamo noi), e sono più che altro dei giocattoli, anche nel prezzo: ma sono un sogno miniaturistico diventato realtà.

La Rement miniaturizza qualsiasi cosa, con una preferenza particolare (ma non esclusiva) per cibo e casalinghi. Periodicamente *pubblica* (non mi viene termine migliore) delle collezioni a tema, composte da una decina di set di minis assortite, disponibili sia singolarmente sia tutti insieme. C'è stata la cucina regionale, la cucina della mamma, un menù cinese imperiale, due o tre collezioni di cibi confezionati da supermercato, la panetteria, la pasticceria, i gelati, il fast-food da stazione ferroviaria (che pare in Giappone sia un'istituzione, come avevo imparato anche da uno splendido racconto a fumetti di Jiro Tamaguchi), il pic-nic, eccetera eccetera. Ogni set a sua volta è composto da un bel po' di oggettini: chessò, piatti posate bicchieri cibo condimento bevanda; oppure pentola utensili ingredienti. Di queste collezioni ne escono parecchie ogni anno, con precisione non so dirvi perché non è molto che le seguo, ma credo non meno di 5 o 6: quindi immaginatevi la quantità di nuove minis disponibili regolarmente ogni 2-3 mesi.

Questi giocattolini plasticosi mi fanno impazzire, è come se qualcuno possedesse la famosa, mitica *pistola miniaturizzatrice* e la usasse su tutto quello che ci circonda. Cercate il flaconcino per le gocce da naso? C'è. L'idromassaggio per i piedi? C'è. il bruciaessenze, la scatolina simil-Nivea? Ci sono. Il robo per fare lo zucchero filato, i contenitori per la cottura a microonde, il tritaghiaccio per le granite? Sì. La pentola a pressione, la padellina rettangolare per le crepes giapponesi, la teglia per le madeleine, il bollitore, la caffettiera a pressione? Pure. E sto andando a memoria.
Purtroppo la maggior parte delle cose sono troppo grandi (le bottiglie, per dire, tradotte nella nostra scala corrispondono a mostri alti 45 cm), ma da qualche mese scruto avidamente ogni set messo in vendita su ebay per scoprirvi oggettini più piccoli e quindi utilizzabili anche nelle nostre proporzioni.

Per dire, fra l'occorrente per servire o preparare un determinato piatto, insieme a utensili e casseruole troppo grandi c'è magari una ciotolina o una terrinetta individuale che nella nostra scala può essere l'equivalente di una teglia da 28 cm... insomma, cambiando la destinazione d'uso anche le misure possono diventare corrette. E in questi giorni, finalmente, mi sono decisa a comprare all'asta alcune di queste cosine, che spero tanto non si rivelino inservibili alla prova del centimetro.
Vorrei raccontarvi cosa ho preso, ma l'ultima volta che vi ho magnificato un acquisto su ebay la posta ci ha messo due mesi a consegnarmelo, per cui... ;o)
Vi dico solo che se le misure dovessero funzionare, tirerò fuori il silicone e cercherò di superare il blocco che ho da sempre nei confronti della resina, perché sono tutti ottimi candidati alla clonazione. Se invece non andranno bene, pazienza, mi accontenterò di guardarli fino a consumarli con gli occhi :o)